Il sipario è calato. Lo spettacolo è terminato. A una settimana esatta dall’Ironman World Championship di Kona è arrivato il momento di fare un bilancio di quello che è stato fatto. Chi è nel mondo del triathlon e fa gare di lunga di distanza come l’Ironman (3.8 km di nuoto, 180 km di bici e 42,195 di corsa) sa che per partecipare alla gara più attesa dell’anno, l’Ironman di Kona appunto, è necessario qualificarsi. Questo vale sia per gli agegroup (i cosiddetti amatori) sia per i Pro ( gli atleti professionisti). Qualificarsi significa, per quanto riguarda le donne, vincere la propria categoria di età e per gli uomini, a seconda della numerosità della categoria e in base ad altri criteri come la fascia di età, significa arrivare più o meno nelle prime dieci posizioni per quella categoria di età. Discorso completamente a parte è quello dei professionisti che ottengono la qualifica acquisendo un certo numero di punti sulla base dei loro piazzamenti assoluti nelle gare della stagione. A questo punto appare quindi abbastanza chiaro che sia nel caso dell’amatore e soprattutto nel caso dei Pro, tutta la stagione sia finalizzata a quell’unico obiettivo: l’ironman di Kona. In un unica gara si gioca tutta la stagione, quella gara raccoglie le più impensabili aspettative.
Sicuramente la location gioca un ruolo non indifferente per questo tipo di gara. Possiamo dire che le Hawahii hanno un potere attrattivo dal punto di vista paesaggistico non indifferente, poi in ogni caso stiamo parlando del campionato del mondo per il triathlon su lunga distanza e non ultimo il fascino di questa gara risiede prevalentemente sulle aspettative che vengono riposte su di essa. E’ una gara alla quale non tutti possono partecipare, si partecipa per qualifica. E’ la gara che finisce la stagione e nella quale si iniziano a preparare i giochi per la stagione successiva.
Gareggiare bene o gareggiare male all’Ironman di Kona ha un peso psicologico non indifferente. Tutta la stagione fatta di sacrifici, allenamenti, gioie ma anche sofferenze viene giocata lì, in quell’Ironman. Per i Pro quel gioco diventa qualcosa di veramente duro. Entrano anche in gioco le pressioni degli sponsors, il pubblico, la nazione che rappresentano e soprattutto la paura di deludere. Quella gare raccoglie fortissime emozioni che richiedono una capacità non indifferente per essere gestite. Ma ora cerchiamo di capire cosa può rovinare la nostra prestazione e mettercci veramente in difficoltà.
Un cosa più di tutto può metterci in difficoltà durante un gara: la nostra testa. Lo fa con i pensieri e con le emozioni. Ormai lo sapete, una gara è vinta per l’80 % dalla nostra testa e per il restante 20% entra in gioco il nostro corpo. Prima di tutto è importante sapere che quando si prova un’emozione, di qualunque tipo sia, è perchè nella nostra testa sta passando un pensiero. Dopo di che il gioco è fatto, si regisce. Non sempre siamo consapevoli di quel pensiero che ci passa per la testa , ma è certo che l’emozione che ne deriva parte da quello. Il comportamento che poi noi mettiamo in atto è il risultato della valutazione che facciamo di quella emozione. In sostanza se ci spaventiamo ci preoccupiamo, altrimenti pensiero ed emozioni passano senza lasciare il segno.
Cerchiamo di capire meglio. Come dicevo prima, se mi spavento mi preoccupo, altrimenti il pensiero con la relativa emozione passa, senza lasciare segno. Ma che significa? Significa che se noi non ci preoccupiamo, possiamo continuamente rimanere concentrati sulla nostra prestazione, sulla nostra gara, che se non interrotta da nessun impedimento oggettivo, non potrà che continuare il proprio corso. E quindi potrete rimanere concentrati.
Avete capito bene, rimarrete concentrati. Avete mai sentito parlare di Flow? Di quella sensazione che viene descritta dagli atleti come una sorta di situazione per cui essi si sentono un tutt’uno con la gara? Ecco gli atleti che vincono, che fanno la loro massima prestazione in una gara, sono quelli che raggiungono uno stato di flow.
Lo stato di flow è in sostanza una situazione di massima concentrazione, in cui l’attenzione dell’atleta è totalmente focalizzata sull’obiettivo e che scansiona attentamente tutte quelle informazioni utili al raggiungimento dell’obiettivo. Null’altro passa. La motivazione è altissima ed è costantemente sostenuta da un forte senso di autoefficacia (ce la faccio) e da un’adeguata autostima.
Se quello che ho detto è stato chiaro, allora sarà evidente che per migliorare la nostra gara dovremo imparare a migliorare la nostra abilità a rimanere concentrati e a non farci distrarre dai pensieri negativi.
Prima di tutto è necessario sapere che:
Impara a disconnettere il pilota automatico ed a essere più consapevole. Solo la mente consapevole è in grado di vivere in maniera adeguata le emozioni. Ma ora vediamo come fare.
Segui questi semplici passi, impara a non lasciarti distrarre dai pensieri e dalle emozioni.
Impara il metodo M.C.O.F. elaborato da me e sperimentato su alcuni atleti. La mente ON è quella situazione in cui noi siamo perfettamente connessi con il momento che stiamo vivendo. Siamo presenti. Sul pezzo. Allenati a rimanere on soprattutto in quelle situazioni dove più facilmente è facile distrarci perchè funzioniamo con degli automatismi. Ad esempio quando si mangia, quando si guida e in tanti momenti della giornata. Il che significa che quando ti accorgi di esserti distratto dal momento di essere assorto dai tuoi pensieri, nessun problema. E’ normale, ma ora, è importante,molto gentilmente, ritornare nel momento che stavi vivendo. Se stavi mangiando concentrati sui sapori, sugli odori, sui colori di quello che mangi…sul tipo di alimento ecc. se stavi guidando, concentrati sulla strada, ascolta la radio con attenzione, seguendo il programma o la canzone che stanno trasmettendo, ecc.
Arrivati a questo punto voi vi starete chiedendo e tutto questo cosa c’entra con il flow, con la prestazione in gara?
Ebbene se avrete allenato costantemente la capacità di rendervi conto di essere distratto e di ritornare nel momento, significa che quando sarete in gara, o nel pregara e comparirà il pensiero “oggi non gira” “le gambe non vanno” “quest’anno è diverso”, ecc, voi sarete in grado di non lasciarvi distrarre da quel pensiero e saprete tornare nel momento o meglio ancora, rimarrete costantemente concentrati senza rendervi conto del flusso di pensieri.
Il tutto, trasportato nel grande momento dell’anno, l’ironman di Kona, si tradurrà nella capacità di non farci distrarre dai quei pensieri che negativi che potrebbero insorgere per tanti motivi e ci permetterà di gareggiare al massimo delle nostre potenzialità mettendo a frutto tutto il nostro allenamento.
Non perdere tempo, inizia subito…Mindfulsport! Impara il metodo M.C.O.F. e impara a rimanere in gara. Ovviamente questo metodo lo puoi utilizzare per tutte le gare e nella vita quotidiana, sul lavoro e in tante situazioni per imparare a gestire lo stress.