Sport: l’importanza di divertirsi

divertirsi

Non vi è mai stato detto dal vostro coach: “Vai, gareggia e divertiti soprattutto!” Questa frase sembrerebbe incompatibile con una gara. Ma come ci si può divertire in gara mentre sono sotto sforzo? Come faccio a divertirmi se sto facendo fatica? Ebbene nello sport la cosa più importante è divertirsi.

Chi è arrabbiato o in ansia non si diverte. Lo sport, invece, è divertimento. Tantissimi sportivi ammettono che quando si divertono sono in grado di produrre prestazioni di successo, efficaci, soddisfacenti per loro stessi.

Ma cosa intendiamo con l’espressione divertirsi?

Con il termine divertimento non intendiamo che si sta facendo una scampagnata o prendendo la competizione sotto gamba. Questo non sarebbe un atteggiamento adeguato ad un atleta che si è allenato duramente e che punta ad ottenere buoni risultati nella propria disciplina. Quando un atleta ci parla di divertimento in una gara, ci parla di cose molto diverse.

Innanzitutto che si è  goduto il momento della gara, non l’ha subito ma  l’ha gestito, l’ha controllato. Ne è stato padrone. L’atleta quindi è stato il vero protagonista dell’azione. E’ stato nel momento presente, sente di aver fatto ciò che era necessario fare. Ha sentito che il suo corpo e la sua mente hanno funzionato bene. Come una macchina perfetta, gli ingranaggi dell’atleta, hanno girato senza intoppi e questo gli ha permesso di divertirsi.

In sostanza tutto gli è venuto facile.

Ma cosa permette all’atleta di divertirsi in gara?

L’atteggiamento di partenza è fondamentale. Possedere il giusto di livello di attivazione, senza picchi di ansia o rabbia, è un’ottima premessa per una buona gara. Imparare a gestire le emozioni sarà un passo importante, ti potrà essere utile leggere anche Psicologia dello sport: le emozioni nella prestazione agonistica . La consapevolezza e la fiducia in se stessi e negli allenamenti che si sono svolti, garantiscono tranquillità e sicurezza dei propri mezzi e la sicurezza che il proprio fisico sosterrà con efficacia l’atleta durante lo sforzo fisico. Inoltre, è importante che l’atleta non attribuisca alla competizione la funzione di modificare l’immagine di se stesso.

In altre parole, se l’atleta scende in pista pensando che dall’esito della competizione deriverà il proprio valore o l’immagine di sé o la qualità della relazione con gli altri, difficilmente potrà divertirsi. In questo caso  la posta in gioco sarebbe troppo alta. Viceversa se l’atleta è consapevole del proprio valore e dell’apprezzamento altrui,  potrà vedere la gara per quello che è. Un momento a sé stante, certo importante , non unico e solo. Di gare ce ne saranno altre!

Sia che vinca, sia che perda il suo valore non viene messo in discussione. La gara è solo un’occasione per esprimere una competenza, non per derivare un’identità personale o relazionale.

In quest’ottica affrontare una gara assume tutt’altra dimensione e l’atleta potrà divertirsi, esprimendo il meglio di sé, senza forzature né aspettative irrealistiche. Poi la vittoria potrà arrivare oppure no. Ma l’atleta che si è divertito, è un atleta che ha messo nel proprio bagaglio un’esperienza che gli ha permesso di dargli fiducia e che lo motiverà a perseguire nei propri allenamenti e nei sacrifici che la pratica agonistica impone.